La baia di Portonovo – il gioiello del monte Conero

baia di portonovo torre de bosis

La baia di Portonovo brilla dei colori essenziali. Il verde selvaggio del monte Conero che si tuffa nel mare turchese, e le spiagge di ciottoli bianchi, che si perdono tra la spuma delle onde.

In questo angolo della costa Adriatica, il profumo dolce della macchia mediterranea incontra quello secco del mare, sotto una brezza che fa tremare i giunchi per poi svanire nell’umidità dei laghetti salmastri. 

Chi ha sempre collocato il Paradiso sopra le nuvole, sarà sorpreso nello scoprire la pace di questo angolo di mondo, che si raggiunge scendendo per sentieri scoscesi, fra ginepri, lecci e corbezzoli.

Come gemme incastonate nella natura, appaiono le tracce della storia: una chiesetta romanica, un’antica torre rinascimentale e un fortino dell’era napoleonica, oggi trasformato in un prezioso hotel. 

Intorno solo capanne di pescatori e piccoli stabilimenti balneari, rispettosi e semplici nelle forme, ma con cucine da sogno.

Cosa vedere nella baia di Portonovo:

Indossate un paio scarpette da ginnastica, e iniziate a esplorare la baia di Portonovo addentrandovi sugli stretti sentieri che si diramano dalla piazzetta principale.

Ciascuno conduce a una piccola sorpresa del paesaggio ma se imboccate il numero 309, una piacevole passeggiata vi porterà oltre la macchia di ciliegi marini, per farvi scoprire le vere meraviglie della baia.

Santa Maria di Portonovo: Per quasi 700 anni la chiesa Santa Maria è stata l’unica (magnifica) traccia dell’uomo in mezzo a una natura incontaminata.

Costruita nel 1034 dai monaci benedettini, la chiesa è un gioiello del periodo romanico impreziosito dal fascino del tempo. L’antica cupola bianca e ottagonale, è rivolta verso le onde, e circondata da una natura incontaminata.

Se volete riempirvi gli occhi di bellezza, allontanatevi di qualche passo per ammirarla dall’alto, immersa nello splendore del paesaggio.

baia di portonovo chiesa Santa Maria

Torre di guardia (De Bosis): Risalendo la costa verso nord incontrerete la Torre di Guardia, costruita agli inizi del ‘700.

Dalla sua cima si osservava l’orizzonte, con lo scopo di proteggere le Marche dagli assalti dei pirati ma presto, quello sguardo privilegiato sul mare, divenne luogo d’ispirazione dei poeti.

Fu residenza del marchigiano De Bosis, che ospitò a lungo l’amico Gabriele D’Annunzio. Oggi la Torre è sede di un’associazione culturale.

Se avete la fortuna di imbattervi in un evento a porte aperte, correte sulla terrazza per lasciare che lo sguardo voli sul mare, altrimenti troverete una degna consolazione al Clandestino, il ristorante che si trova ai suoi piedi.

baia di portonovo torre de bosis

Fortino Napoleonico: Di certo quando il figliastro di Napoleone edificò il fortino per difendere Ancona dalle invasioni, non immaginava che le sue segrete diventassero camere di charme per raffinati viaggiatori.

I cannoni, un tempo puntati verso il mare, oggi accolgono gli ospiti nel corridoio d’ingresso, lungo le massicce mura di pietra bianca.

L’intera struttura, recuperata negli anni ’60, ospita nella sua pianta a lanterna una trentina di camere e sulla grande terrazza si svolgono meravigliose cene estive, con vista sull’infinito.

clandestino cedroni baia di portonovo

baia di portonovo fortino napoleonico

Spiagge: La “dolce vita” della baia di Portonovo è decisamente sul mare. Pochi fronzoli per questo tratto di costa così esclusivo che nel tempo ha custodito intatto il suo animo selvaggio.

Gli stabilimenti balneari sono attrezzati per offrirvi i comfort essenziali. Gli ombrelloni non sono troppo fitti e all’ora giusta i gestori sapranno deliziarvi con manicaretti indimenticabili in completo relax. 

baia di portonovo spiaggia

Ma se avrete voglia di esplorare spiagge più difficili da raggiungere, sarete ripagati dalla bellezza del silenzio e di un mare cristallino.

Una leggenda narra che la Madonna, in cammino verso Loreto, qui si fermò ad ammirare il mare e per contribuire a tanta bellezza, creò lo scoglio del Trave, una roccia naturale che dalla riva si protende dritta verso il largo, sfiorando le acque per centinaia di metri. 

Lo scoglio, che oggi dà il nome alla spiaggia, è il più grande vivaio naturale del mosciolo selvatico, che raccolto a mano dai pescatori subacquei, viene servito freschissimo sulle tavole della baia di Portonovo.

Questa spiaggia, come quella di Mezzavalle poco più a sud, è raggiungibile soltanto via mare o a piedi, attraverso i sentieri che scendono dal monte Conero.

Vicino alla Chiesa di Santa Maria si trova invece la Vela, una spiaggia ambita dai tuffatori più coraggiosi, riconoscibile dal caratteristico scoglio triangolare a forma di vela.

Dove mangiare nella baia di Portonovo

Se un’oretta a passo sostenuto può bastare per girare a piedi tutta la baia di Portonovo, sappiate che per assaggiarne le delizie culinarie vi serviranno giorni.

Seppur minuta nella geografia, la baia di Portonovo pullula di indirizzi gourmet, dalla palafitta sul mare di uno chef due stelle Michelin, allo stabilimento balneare che all’imbrunire si trasforma in una grande sala ristorante sotto le stelle.

Le tovaglie candide si sostituiscono alle sdraio per rendere omaggio al mosciolo selvatico, il mitile presidio slow food, che cresce solamente da queste parti.

baia di portonovo clandestino cedroni

Clandestino susci bar. Iniziamo da lui, Moreno cedroni, lo chef due stelle Michelin già celebre per altri suoi due ristoranti in zona: la Madonnina del Pescatore e Anikò, lo street food di lusso nella piazzetta di Senigallia.

Il Clandestino è la sua ultima creazione che celebra cibo e natura in una palafitta arroccata sullo scoglio bianco della baia di Portonovo. 

Qui la giornata comincia con pane, burro e marmellata e prosegue con un pranzo informale a base di insalate.

La sera invece, appena l’orizzonte del mare si tinge di rosa, il susci bar offre un menù raffinato che sperimenta ogni sfumatura del crudo. Praticamente un sogno a occhi aperti per gli amanti della grande ristorazione.

www.morenocedroni.it

clandestino cedroni baia di portonovo

Il laghetto (Marcello). Laghetto salmastro alle spalle, mare in faccia e cucina da sogno. Marcello è il re dei moscioli e li cucina in ogni declinazione: gratinati con le molliche di pane, a mo’ di sugo per gli spaghetti o semplicemente cotti nella loro acqua, ma senza sale, perché come dice Marcello “i moscioli hanno il mare dentro”.

Buonissimi anche tutti i piatti della tradizione, dalle sarde scottadito alle raguse in porchetta, fino al mitico brodetto.

www.illaghetto.com

baia di portonovo lago grande

Emilia. Appoggiato sui ciottoli levigati dal mare, quello di Emilia è stato il primo ristorante della baia di Portonovo. Fu aperto negli anni ’20 sulla baia ancora deserta, per offrire ristoro ai ricchi signori di Ancona che scendevano in spiaggia.

Ancora oggi è gestito dalla stessa famiglia, che per tre generazioni ha tramandato ricette e sapori. Le nipoti di Emilia in sala e la figlia Marisina in cucina, mentre gli uomini di casa escono a pesca per deliziare i clienti con sogliole, sardoncini, triglie, seppie e tutto ciò che di buono l’Adriatico può offrire.

www.ristoranteemilia.it

baia di portonovo

Mercati e shopping nella baia di Portonovo

Ad eccezione di una piccola boutique che vende accessori per il mare, a Portonovo dimenticatevi di fare shopping. Se volete portarvi a casa i sapori del Conero invece, potete risalire verso Poggio e fare tappa in qualche azienda agricola.

Nell’agriturismo Benadduci – Taglierini troverete ceci, lenticchie, olio e miele, oltre alla possibilità di alloggiare in una delle loro accoglienti case.

Se cercate un vino rosso del Conero prodotto artigianalmente da una piccola azienda, provate Cantina Polenta, con le sue vigne nel cuore del parco, sulle terre calcaree e argillose.

ginestra baia di portonovo

Per un’altra vacanza tutta italiana, clicca qui  🙂

 

Written By
More from Moon Diaries
Cosa vedere a Lanzarote – 20 meraviglie da esplorare
Se ami la natura selvaggia e stai pensando di andare alle Canarie,...
Read More
0 replies on “La baia di Portonovo – il gioiello del monte Conero”