Cabo Virgenes, la pinguinera e l’estancia alla fine del mondo.

Cabo Virgenes Patagonia pinguinera
La spiaggia dei pinguini alla fine del mondo

Mi è sempre piaciuto capovolgere le prospettive. E per me quel posto che tutti chiamano ‘La fine del mondo’ è l’inizio di tutte le cose. Cabo Virgenes, un fazzoletto di terra in fondo alla Patagonia Antartica è il regalo più bello che abbia mai ricevuto.

Mi ci portò Alberto che ci conoscevamo appena, e mi innamorai subito di lui e del suo modo di viaggiare. Da allora ci sono tornata più volte, ho scoperto la grande bellezza degli orizzonti infiniti e ho imparato ad alzare lo sguardo dalle piccole cose.

Cabo Virgenes
Un gaucho e le sue pecore sulla strada verso la fine del mondo (foto di Alberto)

Segui il niente e arriverai a tutto. La strada che porta a Cabo Virgenes è una delle più belle al mondo. Ore e ore di viaggio su un larga linea sterrata che taglia la steppa fino a perdersi nell’orizzonte, giù fino al Chilometro Zero della Ruta 40, la fine (oppure l’inizio) della mitica strada che attraversa l’intera Argentina.

Trovarsi di fronte a quel cartello piantato nel nulla fra il deserto e l’Oceano è come toccare il fondo di un viaggio ideale. Da lì si può soltanto ascoltare il vento e il primo passo verso Nord ha il sapore di un nuovo inizio.

Non so dire se i bambini abbiano provato qualcosa di simile, ma vederli giocare con il vento sull’orlo della fine del mondo, è stata la più grande sensazione di libertà che abbia mai provato insieme alla mia famiglia.

Faro di Cabo Virgenes patagonia

La pinguinera di Cabo Virgenes

La spiaggia di Cabo Virgenes è fra le più grandi riserve naturali di pinguini. La sua selvaggia bellezza è quanto di meno turistico si possa immaginare. La lontananza della pinguinera da qualsiasi centro abitato (3 ore di auto su sterrato da Rio Gallegos) garantisce la totale immersione nella natura ai pochi che si avventurano fin lì.

Cabo Virgenes

Noi cinque eravamo completamente soli fra migliaia di pinguini. Ci siamo affacciati nelle loro casette e abbiamo incontrato i loro piccoli, sotto i cespugli di bacche che conducono alla spiaggia dove si infrangono i due Oceani. L’Altlantico da un lato e il Pacifico dall’altro.

La stessa spiaggia che i pinguini scelgono ogni anno per amarsi, dopo aver nuotato centinaia di chilometri per arrivare puntualissimi all’appuntamento con la sopravvivenza. Per noi è stato un privilegio, oltre che un’immensa magia, poter essere lì in punta di piedi ad osservare la vita che continua nonostante tutto.

Sull’ora del tramonto le grida dei pinguini si alzano nel vento, mentre marciano verso i cespugli che sono per loro veri focolai domestici. Sono animali fedelissimi alla propria famiglia e li abbiamo osservati inteneriti mentre loro torcendo il collo curiosi, osservavano noi.

Cabo Virgenes

Cabo Virgenes pinguini patagonia

Cabo Virgenes Pinguini Patagonia
Una famiglia con 3 cuccioli come la nostra 🙂

Dormire a Cabo Virgenes: l’Estancia Monte Dinero

E se Cabo Virgenes con la sua pinguinera è un luogo magico e esclusivo, a pochi chilometri dal mare nel mezzo del vuoto patagonico, esiste un’estancia calda e accogliente, la Monte Dinero, che fra i nodi dei suoi legni nasconde una delle storie più affascinanti che io conosca.

Poter vivere un paio di giorni con la mia famiglia nell’ultima casa del mondo era la ciliegia sulla torta dei miei sogni, e fin dall’inizio del nostro viaggio in Argentina, la Monte Dinero è stata l’unica tappa certa nella mia mente.

Cabo Virgenes Monte dinero

Nei giorni della nostra permanenza non c’erano altri ospiti, e siamo stati super coccolati dalla piccola squadra di donne che gestisce l’estancia. Una di loro si occupa di ricevere i viandanti, un’altra tiene in ordine le camere e l’ultima, una signora indigena di nome Norma, prepara le più gustose delizie di questo Paese.

Se chiudo gli occhi vedo ancora il piccolo orto fuori dalla finestra, le pecore, i cavalli e oltre la collina l’Oceano e i suoi pinguini. Nella sala da pranzo invece c’è sempre un fuoco acceso, un tè bollente e i dolci di Norma. Biscotti di frolla, alfajores al dulce de leche e fette di torte squisite.

Le camere sono deliziose, la nostra aveva il camino di fianco al letto, le lenzuola profumano di pulito e il bagno ha una vasca inglese dove potersi tuffare alla fine di una giornata ventosa.

Ma la cosa più bella sono i fiori disegnati sui legni delle porte e quelli ricamati sui cuscini e sui quadri, che raccontano la storia di Emma, la donna che insieme a suo marito Adam costruì tutto questo.

Cabo Virgenes Monte dinero
uno dei cavalli della Monte Dinero
Il salottino
Cabo Virgenes Monte dinero
La reception e la sala biliardo
Cabo Virgenes Monte dinero
La nostra camera da letto alla fine del mondo
Cabo Virgenes Monte dinero
Norma alle prese con l’asado
Cabo Virgenes Monte dinero
L’estancia Monte Dinero

Cabo Virgenes Monte dinero

La storia dell’estancia Monte Dinero.

Era il 1870 quando Emma e Adam arrivarono in Patagonia navigando dall’isola di Mann. Erano due pionieri in cerca di fortuna. Si diceva che questa terra fosse ricca di oro (da qui il nome ‘Monte Dinero’) ma i giovani sposi trovarono solo il vuoto e il gelo.

Raccogliendo dalle spiagge circostanti i resti delle navi naufragate costruirono le prime camere dell’estancia e comprarono qualche pecora, sognando il giorno in cui sarebbero diventate mille. Ma proprio quando le cose iniziavano a girare meglio, Adam si ammalò.

Emma salì in sella al suo cavallo e galoppò per oltre cento chilometri fino a Rio Gallegos. Qui trovò il dottor Fenton e lo convinse a seguirla all’estancia per visitare il marito. Adam si era ammalato di tisi e il dottor Fenton si offrì di restare per aiutarli, ma finì per innamorarsi di Emma.

Si racconta che fu il dottor Fenton ad uccidere Adam dopo poche settimane, e dopo averlo sepolto, riuscì a sposare Emma. Si racconta anche che Fenton fosse un uomo senza scrupoli e volgarmente attaccato al denaro.

Nel tentativo di recuperare ricchezze, andava la notte con un grande lume sulla costa. Lo agitava, nella nebbia, perché le navi perse in quei mari lo scambiassero per un faro e spostassero la rotta verso il naufragio. Poi attendeva che le onde portassero i resti sulla riva.

Quei resti sono ancora oggi gli arredi dell’estancia.

Il Faro di Cabo Virgenes

Proprio per evitare i naufragi, a Cabo Virgenes fu costruito davvero un faro.

Oggi il faro è una base militare e la prima volta che Alberto mi portò qui, riuscì a convincere una guardia a farci salire fino in cima.

Ricordo il rumore dei nostri passi sulle strette scale a chiocciola, il vetro della lampada che girando splendeva come un gigante cristallo, e poi ricordo il vento e la vista da lassù, verso la fine del mondo.

Ma tanta libertà non si può raccontare, si può soltanto vivere.

Cabo Virgenes moon diaries
Noi alla fine del mondo
Faro di Cabo Virgenes patagonia
Il faro di Cabo Virgenes
Cabo Virgenes confiteria
Confiteria ‘Al Fin y al Cabo’ un punto di ristoro vicino alla pinguinera. (Aperto solo nei mesi estivi)

 

 

 

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