A spasso con Daisy, il cane clonato da 100.000 dollari

Portare a spasso Daisy è come guidare una Ferrari, ho preso coraggio e mi sono fatta due giri di guinzaglio intorno alla mano, per essere certa che quel cane da 100.000 dollari, non sfuggisse alla mia guida!

io e Daisy, il cane clonato a spasso nel parco della Sooam Biotech in Corea

Daisy è un cocker di razza purissima, eppure sua madre è un alano, e suo padre non esiste neppure. E’ stato il dottor Woo Suk a crearla nel suo laboratorio, da una sola cellula di un cocker che si chiamava come lei.

Abitava nelle campagne dello Yorkshire, e da quando è morta quasi un anno fa, la sua padrona la attende con la pazienza di chi sa, che dal Paradiso si può anche tornare.

La nuova Daisy però non ricorda nulla della sua vita precedente, e tutto per lei gira ancora intorno alla ‘fabbrica’ che l’ha creata. Una passeggiata al giorno nel parco blindatissimo e poi di nuovo dentro al box, fra le carezze al lattice delle infermiere.

La Sooam Biotech è l’unica organizzazione al mondo specializzata nella clonazione di cani e ogni anno dalle periferie di Seoul, restituisce a centinaia di padroni l’esatta copia in formato cucciolo del proprio cane estinto.

un cane clonato fra le mie braccia

In questa “fabbrica dei miracoli” ho visto decine di biologi chini sui loro microscopi per estrarre il DNA dalle cellule, e ho visto un chiwawa nascere da un alano, mentre un labrador allattava un pincher!

Passeggiando fra i box dei cuccioli, mi sono rivista sui banchi della maturità di fronte al tema sulla pecora Dolly. Era il 1998 e di certo non immaginavo che un giorno mi sarei trovata fra tanti piccoli Dolly saltellanti!

Ho affondato un bacio sul pelo morbido di un clone, per cacciare via l’immagine di quel prof di lettere che tanto odiavo, e a coronare quel brutto ricordo ci ha pensato un jack russel con la sua cacca.

cane clonato
Ho calcolato 5 secondi di tempo, fra il fattaccio e la disinfestazione!
cane clonato jack russel
5 cloni di un jack russel

Il potere di riportare in vita un animale, ha qualcosa di divino. Ma quando i miracoli nascono nelle mani negli uomini, nascondono sempre un lato oscuro.

L’ho capito l’ultimo giorno, passeggiando fra i box delle madri, cani di taglia grande, che non hanno neppure un nome. Vengono chiamate con un numero, e sotto anestesia, a loro insaputa, vengono fecondate con una cellula che contiene il DNA del cane da clonare. Quel cane che cresceranno in grembo per i due mesi di gestazione, prima di venire nuovamente addormentate per il cesareo.

cane clonato operazione
Il DNA del cane da clonare viene iniettato in una ‘black cell’ che in chirurgia viene depositata nelle ovaie del cane che farà da madre.
La vita di queste mamme scorre in un box fra anestesie, ecografie, gestazioni e parti innaturali. Eppure, quando finalmente arriva il loro cucciolo da allattare, di qualunque razza sia, lo fanno con tutto l’amore di una madre vera. 
 
Le ho guardate negli occhi in silenzio, mentre leccavano i loro piccoli proteggendoli fra le zampe, ignare di essere nate soltanto per soddisfare i capricci degli uomini più facoltosi di questo pianeta, che tanto mi piace, ma qualche volta no.  
cane clonato
Una delle madri dopo il parto
Questo in viaggio in Corea alla scoperta della clonazione, fa parte del progetto Surviving Humanity che ho condiviso con Alberto, il suo articolo pubblicato da Vanity Fair lo trovate qui.
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